I
La costante resistenziale
A guide-tour of Sardinian archaic, weird and marvelous stone sculpture (and architecture)
[ITA] Montecristo Project è lieto di presentare un nuovo progetto intitolato: A guide-tour of Sardinian archaic weird and marvelous stone sculpture (and architecture) - La costante resistenziale.
Questo percorso di ricerca, che sarà triennale, nasce dall’interesse verso l’indagine proposta dal Museo MAN sul tema della Costante Resistenziale nell’arte sarda del secondo Novecento; concetto questo di Costante Resistenziale ideato dall'archeologo Giovanni Lilliu per definire una forma di resistenza alle colonizzazioni ed influenze culturali esterne da parte del popolo sardo. La nostra ricerca analizzerà il discorso da una prospettiva che cerca punti di contatto con quella produzione artistica di carattere antropologico e popolare, non investigata nel progetto espositivo ed editoriale del museo. A guide-tour of Sardinian archaic weird and marvelous stone sculpture sarà un vero e proprio road-trip con il quale percorreremo l’isola e racconteremo l’arte sarda (popolare e “colta”) nelle sue varie declinazioni, ma anche un testo che si fonderà su una rilettura dei caratteri resistenziali dell’arte, sarda e non solo.
Il nostro progetto, che troverà forma in diversi mezzi, espositivi, fotografici e testuali, non seguirà un andamento cronologico lineare, ma sarà impostato sulla base di rimandi e riferimenti sotterranei che creeranno diversi slittamenti temporali. Nel compiere il nostro viaggio fotografico sull’isola alla ricerca delle “forme resistenti dell’arte sarda”, abbiamo poi operato una selezione arbitraria, escludendo tutta quella produzione artigianale connotata da correnti, mode, tendenze ben precise che non si ispirano a modelli di avanguardia, ma si presentano sotto forma di sofisticazioni intellettuali del primitivo o semplici immagini folcloristiche prive di qualsiasi interesse al di fuori del campo del kitsch.
Mamuthones, bronzetti nuragici, o ancora il primitivismo di Arturo Martini, Manzù o Marino Marini sono le fonti di questo filone che abbiamo deciso di escludere dal momento che queste forme non hanno nulla a che vedere con la nostra idea di costante resistenziale, ma sono prestiti consapevoli ed auto-esotizzanti di un repertorio poco più che turistico. Sono tentativi di auto-storicizzazione e di definizione identitaria, mentre al contrario il primitivo e la “non-cultura” dell’immagine non hanno data e sono forme eterne. L’immaginario auto-esotico, pseudo-tradizionale non va dunque confuso con queste forme originarie che sono oggetto della nostra indagine: figurazioni sempre al limite dell’assurdo, immagini anomale che talvolta si rapportano al folclore, ma sempre mantenendo una distanza formale ed una certa incongruenza estetica.
A nostro parere, ciò che Lilliu voleva esprimere con questo concetto di “costante resistenziale” è più facilmente definibile in qualcosa che va oltre la sola storia dell’arte. In questo senso il concetto può essere indagato e compreso attraverso l’idea di “sopravvivenza” Warburghiana: se esiste infatti una imprevedibilità delle immagini, per cui esse son capaci di sopravvivere e di tramandarsi oltre le logiche studiate ed analizzate dalla storia dell’arte, non si tratta di presenze consapevoli, ma di forme latenti, che sopravvivono nel tempo, pronte a riemergere e nuovamente a scomparire senza però mai estinguersi. Queste sono espressione di una vita sotterranea continua, visibile ed invisibile; in loro c’è una misteriosa “costanza”, una metamorfica “resistenza” dell’immagine che trapassa il tempo storico, la storia dell’arte stessa, e sopravvive nell’uomo, nella sua psiche, nel suo desiderio di espressione, originario ed antecedente la nozione stessa di arte.
Come forma che precede l’idea stessa di arte, la scultura “popolare” in Sardegna è ovunque: si incontra nelle piazze, nelle rotonde, a ornamento delle abitazioni o nei giardini; nella gran parte dei casi queste immagini non vengono firmate, spesso non nascono come opere, ma rispondono ad esigenze più spontanee, pratiche o puramente ornamentali, quando non siamo nel contesto della statuaria monumentale. Il numero di queste opere è veramente eccezionale, in ogni paese della Sardegna sembra operare o aver operato almeno uno scultore, un autore di opere che hanno tutte qualcosa in comune: un tratto anticlassico e protostorico dell’immagine. Questo fenomeno, che va dal nord al sud dell’isola, non è finora stato oggetto di indagine; è come se questo mondo di figure che ricopre l’isola (e probabilmente non ha eguali in nessuna regione europea) non fosse mai stato notato o preso in considerazione.
Così, ad un anno di distanza dalla fine dell’ultima mostra della “costante resistenziale” presso il MAN di Nuoro, abbiamo così tanto discusso e dibattuto su ciò che questo progetto ha significato per noi, che alla fine abbiamo deciso metterci al lavoro per un vero e proprio remake del progetto, ma questa volta impostando il discorso secondo una visione differente, attraverso una personale rilettura storico-artistica del concetto di “costante resistenziale”.
[ENG ]Montecristo Project is thrilled to present: A Guide-Tour of Sardinian Archaic, Weird and Marvelous stone sculpture (and architecture) - La costante resistenziale.
Opening on December 2018, this triennial project will investigate different forms of sculpture and architecture from the island of Sardinia, tracing and retracing historical heritages and anthropological continuity in the artistic production of the island.
This new research will unravel through several means: exhibitions, texts, maps but mainly through a photographic journey based on a road trip to discover, document and analise ignored or forgotten artworks. We will address matters of conceptual framing, display and understanding of formal and theoretical heritages underlying centuries of Sardinian imagery.The island of Sardinia is inhabited by thousands of stone sculptures, mainly popular productions that no one seem to take into account as a form of anthropological or artistic knowledge; while these images seem to be revealing a strength and survivalness we feel fruitful and compelling, worth to be explored and make known.
A guide-tour of Sardinian archaic weird and marvelous stone sculpture will be an actual road-trip and a series of exhibitions to visit and discover sculptures and architectures we believe to be carrying a form of “resistance” as presented by Sardinian archaeologist Giovanni Lilliu. This concept, to be translated as “The permanence of resistance” refers to Sardinian culture’s strength in maintaining characters of its own identity through the various and different forms of colonizations that occupied our island. This idea has been investigated by a project of Museo MAN in Nuoro, with three exhibitions based on the art of the second half of the XX century until 2017, accompanied by an overall editorial project (the exhibitions schedule went from 2015 with the first chapter to 2017 with the last one.
Our way of addressing this concept will follow a different track, by shaping the discourse through unstable temporal layers, connecting images by repeated patterns and recursive tendencies. We’ll look at the avantgarde production proposing a different vision of its role in the permanence of resistance and focus on another silent and massive presence, namely that of spontaneous, so-called popular art. This world we started investigating in 2016 with our first ever exhibition on the island dedicated to the works of Salvatore Moro (Oniferi 1933-2007).
We are fascinated by that imagery which escapes self-exoticization, or self-historicization: this selection does not include productions that consciously refer to traditional sardinian imagery: nuragic or mamuthones based kitsch sculptures won’t be part of the survey, as being little more than touristic repertoire. While these are attempts at self-exoticize and reference to a mythical past of this land, the primitive forms, the non-culture, have no date, they are ahistorical.
We believe the idea presented by Lilliu could be better understood through the notion of Nachleben proposed by Aby Warburg: if an unpredictability of images exist, so that they survive beyond logic and style, it is not because of conscious choices, but because they are latent shapes; they can vanish and reappear without ever dying. There’s a certain mysterious permanence of the Image which trespasses chronological time, history of art, and survives in mankind, in its desire for expression, somethings which anticipates the notion of art itself.
This proto-storic sense of the image, spontaneous and archaic in its almost cultual meaning, is the focus of this new project and its long journey through Sardinia times and spaces.
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La costante resistenziale
A guide-tour of Sardinian archaic, weird and marvelous stone sculpture (and architecture)
[ITA] Montecristo Project è lieto di presentare un nuovo progetto intitolato: A guide-tour of Sardinian archaic weird and marvelous stone sculpture (and architecture) - La costante resistenziale.
Questo percorso di ricerca, che sarà triennale, nasce dall’interesse verso l’indagine proposta dal Museo MAN sul tema della Costante Resistenziale nell’arte sarda del secondo Novecento; concetto questo di Costante Resistenziale ideato dall'archeologo Giovanni Lilliu per definire una forma di resistenza alle colonizzazioni ed influenze culturali esterne da parte del popolo sardo. La nostra ricerca analizzerà il discorso da una prospettiva che cerca punti di contatto con quella produzione artistica di carattere antropologico e popolare, non investigata nel progetto espositivo ed editoriale del museo. A guide-tour of Sardinian archaic weird and marvelous stone sculpture sarà un vero e proprio road-trip con il quale percorreremo l’isola e racconteremo l’arte sarda (popolare e “colta”) nelle sue varie declinazioni, ma anche un testo che si fonderà su una rilettura dei caratteri resistenziali dell’arte, sarda e non solo.
Il nostro progetto, che troverà forma in diversi mezzi, espositivi, fotografici e testuali, non seguirà un andamento cronologico lineare, ma sarà impostato sulla base di rimandi e riferimenti sotterranei che creeranno diversi slittamenti temporali. Nel compiere il nostro viaggio fotografico sull’isola alla ricerca delle “forme resistenti dell’arte sarda”, abbiamo poi operato una selezione arbitraria, escludendo tutta quella produzione artigianale connotata da correnti, mode, tendenze ben precise che non si ispirano a modelli di avanguardia, ma si presentano sotto forma di sofisticazioni intellettuali del primitivo o semplici immagini folcloristiche prive di qualsiasi interesse al di fuori del campo del kitsch.
Mamuthones, bronzetti nuragici, o ancora il primitivismo di Arturo Martini, Manzù o Marino Marini sono le fonti di questo filone che abbiamo deciso di escludere dal momento che queste forme non hanno nulla a che vedere con la nostra idea di costante resistenziale, ma sono prestiti consapevoli ed auto-esotizzanti di un repertorio poco più che turistico. Sono tentativi di auto-storicizzazione e di definizione identitaria, mentre al contrario il primitivo e la “non-cultura” dell’immagine non hanno data e sono forme eterne. L’immaginario auto-esotico, pseudo-tradizionale non va dunque confuso con queste forme originarie che sono oggetto della nostra indagine: figurazioni sempre al limite dell’assurdo, immagini anomale che talvolta si rapportano al folclore, ma sempre mantenendo una distanza formale ed una certa incongruenza estetica.
A nostro parere, ciò che Lilliu voleva esprimere con questo concetto di “costante resistenziale” è più facilmente definibile in qualcosa che va oltre la sola storia dell’arte. In questo senso il concetto può essere indagato e compreso attraverso l’idea di “sopravvivenza” Warburghiana: se esiste infatti una imprevedibilità delle immagini, per cui esse son capaci di sopravvivere e di tramandarsi oltre le logiche studiate ed analizzate dalla storia dell’arte, non si tratta di presenze consapevoli, ma di forme latenti, che sopravvivono nel tempo, pronte a riemergere e nuovamente a scomparire senza però mai estinguersi. Queste sono espressione di una vita sotterranea continua, visibile ed invisibile; in loro c’è una misteriosa “costanza”, una metamorfica “resistenza” dell’immagine che trapassa il tempo storico, la storia dell’arte stessa, e sopravvive nell’uomo, nella sua psiche, nel suo desiderio di espressione, originario ed antecedente la nozione stessa di arte.
Come forma che precede l’idea stessa di arte, la scultura “popolare” in Sardegna è ovunque: si incontra nelle piazze, nelle rotonde, a ornamento delle abitazioni o nei giardini; nella gran parte dei casi queste immagini non vengono firmate, spesso non nascono come opere, ma rispondono ad esigenze più spontanee, pratiche o puramente ornamentali, quando non siamo nel contesto della statuaria monumentale. Il numero di queste opere è veramente eccezionale, in ogni paese della Sardegna sembra operare o aver operato almeno uno scultore, un autore di opere che hanno tutte qualcosa in comune: un tratto anticlassico e protostorico dell’immagine. Questo fenomeno, che va dal nord al sud dell’isola, non è finora stato oggetto di indagine; è come se questo mondo di figure che ricopre l’isola (e probabilmente non ha eguali in nessuna regione europea) non fosse mai stato notato o preso in considerazione.
Così, ad un anno di distanza dalla fine dell’ultima mostra della “costante resistenziale” presso il MAN di Nuoro, abbiamo così tanto discusso e dibattuto su ciò che questo progetto ha significato per noi, che alla fine abbiamo deciso metterci al lavoro per un vero e proprio remake del progetto, ma questa volta impostando il discorso secondo una visione differente, attraverso una personale rilettura storico-artistica del concetto di “costante resistenziale”.
[ENG ]Montecristo Project is thrilled to present: A Guide-Tour of Sardinian Archaic, Weird and Marvelous stone sculpture (and architecture) - La costante resistenziale.
Opening on December 2018, this triennial project will investigate different forms of sculpture and architecture from the island of Sardinia, tracing and retracing historical heritages and anthropological continuity in the artistic production of the island.
This new research will unravel through several means: exhibitions, texts, maps but mainly through a photographic journey based on a road trip to discover, document and analise ignored or forgotten artworks. We will address matters of conceptual framing, display and understanding of formal and theoretical heritages underlying centuries of Sardinian imagery.The island of Sardinia is inhabited by thousands of stone sculptures, mainly popular productions that no one seem to take into account as a form of anthropological or artistic knowledge; while these images seem to be revealing a strength and survivalness we feel fruitful and compelling, worth to be explored and make known.
A guide-tour of Sardinian archaic weird and marvelous stone sculpture will be an actual road-trip and a series of exhibitions to visit and discover sculptures and architectures we believe to be carrying a form of “resistance” as presented by Sardinian archaeologist Giovanni Lilliu. This concept, to be translated as “The permanence of resistance” refers to Sardinian culture’s strength in maintaining characters of its own identity through the various and different forms of colonizations that occupied our island. This idea has been investigated by a project of Museo MAN in Nuoro, with three exhibitions based on the art of the second half of the XX century until 2017, accompanied by an overall editorial project (the exhibitions schedule went from 2015 with the first chapter to 2017 with the last one.
Our way of addressing this concept will follow a different track, by shaping the discourse through unstable temporal layers, connecting images by repeated patterns and recursive tendencies. We’ll look at the avantgarde production proposing a different vision of its role in the permanence of resistance and focus on another silent and massive presence, namely that of spontaneous, so-called popular art. This world we started investigating in 2016 with our first ever exhibition on the island dedicated to the works of Salvatore Moro (Oniferi 1933-2007).
We are fascinated by that imagery which escapes self-exoticization, or self-historicization: this selection does not include productions that consciously refer to traditional sardinian imagery: nuragic or mamuthones based kitsch sculptures won’t be part of the survey, as being little more than touristic repertoire. While these are attempts at self-exoticize and reference to a mythical past of this land, the primitive forms, the non-culture, have no date, they are ahistorical.
We believe the idea presented by Lilliu could be better understood through the notion of Nachleben proposed by Aby Warburg: if an unpredictability of images exist, so that they survive beyond logic and style, it is not because of conscious choices, but because they are latent shapes; they can vanish and reappear without ever dying. There’s a certain mysterious permanence of the Image which trespasses chronological time, history of art, and survives in mankind, in its desire for expression, somethings which anticipates the notion of art itself.
This proto-storic sense of the image, spontaneous and archaic in its almost cultual meaning, is the focus of this new project and its long journey through Sardinia times and spaces.