La costante resistenziale
The exhibition
A guide-tour of Sardinian archaic, weird and marvelous stone sculpture (and architecture)
Una ricerca di Montecristo Project.
A cura di Laura Lecce, Valentina Bartalesi e Lidia Bianchi.
Via Principe Eugenio 42 Milano
[ITA] «A guide-tour of Sardinian archaic, weird and marvelous stone sculpture – La costante resistenziale» è un progetto triennale del duo curatoriale Montecristo Project avviato nel 2018. Come suggerito dal titolo immaginifico, esso consiste in una sorta di atlante scultoreo, fotografico e documentario, metodologicamente in progress, volto a testimoniare le testimonianze artistiche sarde nelle sue manifestazioni più autentiche. La locuzione «Costante resistenziale», teorizzata dall’archeologo sardo Giovanni Lilliu tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, individua infatti quale carattere costitutivo della cultura sarda la sua «resistenzialità», ovvero il suo sapere conservare una propria originarietà indipendentemente dagli influssi esterni. Ed è a partire da tale assunto che scaturisce la riflessione di Montecristo Project, particolarmente attenta alle tensioni che hanno animato il panorama artistico sardo dal Secondo dopoguerra ad oggi. Un panorama variegato, addirittura bicefalo, che vede da un lato il linguaggio sofisticato e internazionalista elaborato negli anni Cinquanta da una compagine di artisti sardi d’avanguardia, fondamentalmente estranei ad una dimensione regionale, e dall’altro l’esistenza di forme espressive così antiche da divenire tracce eterne di una «non cultura» sedimentatesi nel tempo.
Perlustrando il territorio sardo in tutta la sua estensione, Montecristo
Project rintraccia, “raccoglie” e cataloga quegli esemplari di arte avulsi da categorie quali il folkloristico, l’artigianale o il tipico. Piuttosto, l’originario, il primitivo, il periferico e il non-culturale rappresentano i parametri irrinunciabili di tale progetto.
In occasione della personale degli artisti-curatori presso Pelagica, lo spazio espositivo si trasformerà in una temporanea gipsoteca destinata ad accogliere copie e simulacri. Sì, perché le opere-testimonianza di Montecristo Project sono innanzitutto copie, generatesi attraverso un contatto fisico messo in atto, di volta in volta con tecniche e materiali differenti tra i quali il gesso, la gomma siliconica e la creta . Esse si configurano in una serie di negativi e positivi di sculture antropomorfe, di volti. I processi di creazione risultano tanto eterogenei quanto singolari. Talvolta gli originali vengono trasportati in studio dagli artisti e lavorati al fine di ottenere un negativo; in altri casi, l’impossibilità di trasferire la scultura ha comportato la ri-creazione scultorea del soggetto medesimo, oppure la sua documentazione fotografica. Esiste, così, una correlazione strettissima tra immagine, tecnica e soggetto. Il calco, simulacro fisico di un referente assente, mira a rifondare un rapporto diretto tra opera e fruitore, una connessione non solo visiva ma anche tattile, concreta: vedere con le mani e toccare con gli occhi, i calchi di una pinacoteca “resistente”.
Montecristo Project è uno spazio espositivo e un progetto artistico-curatoriale fondato da Enrico Piras e Alessandro Sau nel 2016.
[ENG] "A guide-tour of Sardinian archaic, weird and marvelous stone sculpture - La Costante Resistenziale" is a three-year project by the curatorial duo Montecristo Project started in 2018. As suggested by the imaginative title, it consists of a sort of sculptural, photographic and documentary atlas , methodologically in progress, aimed at witnessing Sardinian artistic testimonies in its most authentic manifestations. The term "Constant resistential", theorized by the Sardinian archaeologist Giovanni Lilliu between the end of the sixties and the early seventies, in fact identifies as a constitutive character of Sardinian culture its "resistance", that is, its knowledge of preserving its own originality regardless of influences external. And it is from this assumption that the reflection of Montecristo Project arises, particularly attentive to the tensions that have animated the Sardinian artistic panorama from the Second World War to today. A varied panorama, even two-headed, which sees on the one hand the sophisticated and internationalist language developed in the 1950s by a team of avant-garde Sardinian artists, fundamentally foreign to a regional dimension, and on the other the existence of such ancient forms of expression to become eternal traces of a "non-culture" that has settled over time.
Exploring the Sardinian territory in all its extension, Montecristo Project tracks down, "collects" and catalogs those specimens of art that are detached from categories such as folk, artisanal or typical. Rather, the original, the primitive, the peripheral and the non-cultural represent the indispensable parameters of this project.
On the occasion of the solo exhibition of the artists-curators at Pelagica, the exhibition space will be transformed into a temporary plaster cast collection intended to house copies and simulacra. Yes, because the testimony works of Montecristo Project are first and foremost copies, generated through physical contact put in place, from time to time with different techniques and materials including plaster, silicone rubber and clay. They take the form of a series of negatives and positives of anthropomorphic sculptures, of faces. The creation processes are as heterogeneous as they are singular. Sometimes the originals are transported to the studio by the artists and processed in order to obtain a negative; in other cases, the impossibility of transferring the sculpture led to the sculptural re-creation of the subject itself, or its photographic documentation. Thus, there is a very close correlation between image, technique and subject. The cast, the physical simulacrum of an absent referent, aims to re-establish a direct relationship between the work and the user, a connection not only visual but also tactile, concrete: seeing with your hands and touching with your eyes the casts of a "resistant" art gallery .
Montecristo Project is an exhibition space and an artistic-curatorial project founded by Enrico Piras and Alessandro Sau in 2016.
La costante resistenziale
The exhibition
A guide-tour of Sardinian archaic, weird and marvelous stone sculpture (and architecture)
Una ricerca di Montecristo Project.
A cura di Laura Lecce, Valentina Bartalesi e Lidia Bianchi.
Via Principe Eugenio 42 Milano
[ITA] «A guide-tour of Sardinian archaic, weird and marvelous stone sculpture – La costante resistenziale» è un progetto triennale del duo curatoriale Montecristo Project avviato nel 2018. Come suggerito dal titolo immaginifico, esso consiste in una sorta di atlante scultoreo, fotografico e documentario, metodologicamente in progress, volto a testimoniare le testimonianze artistiche sarde nelle sue manifestazioni più autentiche. La locuzione «Costante resistenziale», teorizzata dall’archeologo sardo Giovanni Lilliu tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, individua infatti quale carattere costitutivo della cultura sarda la sua «resistenzialità», ovvero il suo sapere conservare una propria originarietà indipendentemente dagli influssi esterni. Ed è a partire da tale assunto che scaturisce la riflessione di Montecristo Project, particolarmente attenta alle tensioni che hanno animato il panorama artistico sardo dal Secondo dopoguerra ad oggi. Un panorama variegato, addirittura bicefalo, che vede da un lato il linguaggio sofisticato e internazionalista elaborato negli anni Cinquanta da una compagine di artisti sardi d’avanguardia, fondamentalmente estranei ad una dimensione regionale, e dall’altro l’esistenza di forme espressive così antiche da divenire tracce eterne di una «non cultura» sedimentatesi nel tempo.
Perlustrando il territorio sardo in tutta la sua estensione, Montecristo
Project rintraccia, “raccoglie” e cataloga quegli esemplari di arte avulsi da categorie quali il folkloristico, l’artigianale o il tipico. Piuttosto, l’originario, il primitivo, il periferico e il non-culturale rappresentano i parametri irrinunciabili di tale progetto.
In occasione della personale degli artisti-curatori presso Pelagica, lo spazio espositivo si trasformerà in una temporanea gipsoteca destinata ad accogliere copie e simulacri. Sì, perché le opere-testimonianza di Montecristo Project sono innanzitutto copie, generatesi attraverso un contatto fisico messo in atto, di volta in volta con tecniche e materiali differenti tra i quali il gesso, la gomma siliconica e la creta . Esse si configurano in una serie di negativi e positivi di sculture antropomorfe, di volti. I processi di creazione risultano tanto eterogenei quanto singolari. Talvolta gli originali vengono trasportati in studio dagli artisti e lavorati al fine di ottenere un negativo; in altri casi, l’impossibilità di trasferire la scultura ha comportato la ri-creazione scultorea del soggetto medesimo, oppure la sua documentazione fotografica. Esiste, così, una correlazione strettissima tra immagine, tecnica e soggetto. Il calco, simulacro fisico di un referente assente, mira a rifondare un rapporto diretto tra opera e fruitore, una connessione non solo visiva ma anche tattile, concreta: vedere con le mani e toccare con gli occhi, i calchi di una pinacoteca “resistente”.
Montecristo Project è uno spazio espositivo e un progetto artistico-curatoriale fondato da Enrico Piras e Alessandro Sau nel 2016.
[ENG] "A guide-tour of Sardinian archaic, weird and marvelous stone sculpture - La Costante Resistenziale" is a three-year project by the curatorial duo Montecristo Project started in 2018. As suggested by the imaginative title, it consists of a sort of sculptural, photographic and documentary atlas , methodologically in progress, aimed at witnessing Sardinian artistic testimonies in its most authentic manifestations. The term "Constant resistential", theorized by the Sardinian archaeologist Giovanni Lilliu between the end of the sixties and the early seventies, in fact identifies as a constitutive character of Sardinian culture its "resistance", that is, its knowledge of preserving its own originality regardless of influences external. And it is from this assumption that the reflection of Montecristo Project arises, particularly attentive to the tensions that have animated the Sardinian artistic panorama from the Second World War to today. A varied panorama, even two-headed, which sees on the one hand the sophisticated and internationalist language developed in the 1950s by a team of avant-garde Sardinian artists, fundamentally foreign to a regional dimension, and on the other the existence of such ancient forms of expression to become eternal traces of a "non-culture" that has settled over time.
Exploring the Sardinian territory in all its extension, Montecristo Project tracks down, "collects" and catalogs those specimens of art that are detached from categories such as folk, artisanal or typical. Rather, the original, the primitive, the peripheral and the non-cultural represent the indispensable parameters of this project.
On the occasion of the solo exhibition of the artists-curators at Pelagica, the exhibition space will be transformed into a temporary plaster cast collection intended to house copies and simulacra. Yes, because the testimony works of Montecristo Project are first and foremost copies, generated through physical contact put in place, from time to time with different techniques and materials including plaster, silicone rubber and clay. They take the form of a series of negatives and positives of anthropomorphic sculptures, of faces. The creation processes are as heterogeneous as they are singular. Sometimes the originals are transported to the studio by the artists and processed in order to obtain a negative; in other cases, the impossibility of transferring the sculpture led to the sculptural re-creation of the subject itself, or its photographic documentation. Thus, there is a very close correlation between image, technique and subject. The cast, the physical simulacrum of an absent referent, aims to re-establish a direct relationship between the work and the user, a connection not only visual but also tactile, concrete: seeing with your hands and touching with your eyes the casts of a "resistant" art gallery.
Montecristo Project is an exhibition space and an artistic-curatorial project founded by Enrico Piras and Alessandro Sau in 2016.